Le tradizioni popolari hanno radici antiche, tramandate di solito oralmente, e costituiscono un patrimonio culturale inscindibile dall’evoluzione che nella società si è verificata nel corso dei secoli. Molte feste che si ripetono in determinati giorni dell’anno ripetono una ritualità già presente nel passato e scandiscono il corso della vita durante l’intero anno, ad esempio la festa di Capodanno, il Natale, Carnevale, Pasqua.
Anche le feste religiose spesso hanno una matrice popolare profana legata alla convinzioni di dover esorcizzare le forze del male e propiziarsi quelle del bene.
Oggi in tutto il mondo vengono valorizzate le tradizioni in toto (quelle che riguardano usi, costumi, feste, pietanze, artigianato, musica, danza, etc.) perché rappresentano la chiave d’accesso alla comprensione di un popolo e delle caratteristiche del territorio ma non solo, infatti è un modo più coinvolgente per rendere un viaggio interessante e godibile.
Le tradizioni romane rientrano in questo discorso, basta assaggiare le pietanze, partecipare alle feste, leggere una poesia o ascoltare una canzone e contemporaneamente contestualizzare il tutto recandosi sul posto e facendosi coinvolgere dalla vitalità e “paciosità” dei Romani che resta un popolo gioviale e simpatico, unico.