Clelia era una giovane romana che dimostrò il suo coraggio nel periodo in cui Roma era assediata da Porsenna, re degli Etruschi.
Gli Etruschi e i Romani avevano stipulato la pace ma Porsenna aveva chiesto nove fanciulle in ostaggio che puntualmente i Romani gli avevano consegnato.
Le fanciulle ben presto scapparono dall’accampamento etrusco e si diressero verso il Tevere. Poiché non esisteva più il ponte Sublicio, Clelia, la ragazza che guidava il gruppo delle fuggitive, invitò le ragazze ad attraversare a nuoto il fiume. Tutte si gettarono in acqua senza temere il freddo. Intanto le sentinelle romane le aveva avvistate e, credendo che fossero dei nemici, diede l’allarme, Condotte davanti ai consoli, furono rimandate a Porsenna per rispettare i patti.
Porsenna interrogò Clelia che si era fatta avanti per dichiararsi colpevole di aver istigato le altre fanciulle a fuggire; ella rispose con fierezza alle domande affermando anche di non essersi pentita di ciò che aveva fatto e che anzi l’avrebbe di sicuro rifatto.
Il re restò ammirato dalla fierezza della ragazza e colpito dalla lealtà dei Romani per cui concesse a Clelia di ritornare a Roma e di portare con sé altre cinque ragazze.
La sera stessa sei fanciulle poterono riabbracciare i genitori.