Imponente complesso di edifici a carattere utilitario annessi al Foro di Traiano nei quali si riunivano i popolani per discutere dei loro problemi e per tenersi al corrente della vita cittadina in genere.
Diviso dalla piazza rettangolare del Foro da un muro in blocchi di peperino e posizionato nel punto dove fu operato il taglio della collina che collegava il Quirinale e il Campidoglio, esso è disposto su una seria di gradini successivi.
Costruiti da Apollodoro di Damasco, tra il 110 e il 112 d.C., formano un grande emiciclo dove i mercati si svolgevano con una disposizione delle merci a semicerchio che talvolta si allargava tanto da raggiungere la torre delle Milizie. Le porte delle botteghe hanno stipiti ed architravi in travertino e, al di sopra di ciascuna, è posta una finestrella che forniva l'illuminazione al cosiddetto mezzanino, un soppalco ligneo generalmente ricavato a metà dell'altezza totale del vano. Esso veniva in genere utilizzato come deposito delle merci, ma in alcuni casi, da parte dei commercianti più poveri, come dimora per la notte.
Sulle rovine di questi mercati si eleva la mole del palazzotto dei Cavalieri di Rodi, del XV secolo.
Questo complesso nel 552 venne invaso dai Bizantini che lo fortificarono.