La leggenda e il mito sono racconti antichi, un vero e proprio patrimonio culturale che è parte integrante di un popolo. Entrambe le tipologie di solito appartengono alla tradizione orale e vi trovano posto reale e meraviglioso in un mix variegato e fantasioso che appaga l’immaginazione e supporta l’orgoglio di appartenenza ad un gruppo.
Sia le leggende sia i miti hanno valenze diverse in base al contenuto e al messaggio che si è voluto dare ad essi. Vengono celebrati, infatti, personaggi con valori morali incorruttibili, con forza fisica, con carisma e assurti a simbolo di un popolo, di un’epoca degni di essere ricordati nei secoli.
E’ questo il caso dei miti e delle leggende romane all’interno dei quali trovano posto personaggi come Enea, Romolo e Remo, Muzio Scevola, Orazio Coclite, Clelia, etc. correlate alle origini divine di Roma e all’esaltazione di un impero realizzato grazie al coraggio, all’intelligena, alla cultura e non solo alla forza dell’esercito.
I racconti, però, non hanno solo un tono celebrativo ma rappresentano anche la sagacia, il buontempismo del popolo che ironizza su Papi, su nobili i cui vizi vengono messi alla berlina. Vedi ad esempio la stroia di Pasquino, le ciliegie del Papa,etc. Dalla lettura delle mille storie, scritte a volte in romanesco, si evince anche una sottile satira politica che dimostra le capacità dei Romani più umili di comprendere gli abusi a cui erano sottoposti.
Resta comunque il fatto che le leggende e i miti relativi ad un monumento, una strada, un personaggio, un miracolo fanno sorridere ma sono anche una lezione di vita.