I cisternoni di Spasiano si trovano al di sotto dei giardini a cui accede dal Corso Italia (nei pressi del cinema Armida) e sono segnalati da una targa all’ingresso del cancello. Essi prendono il nome da un’antica e nobile famiglia della città di Sorrento del Seggio di Dominova, che possedeva gli orti nel secolo XVII. Uno dei componenti della famiglia Spasiano, il cavaliere Giovan Ferrante Spasiano, sposò nel 1579 la sorella del Tasso.
I cisternoni sono delle grosse vasche coperte che servivano a raccogliere le acque potabili che provenivano dalla sorgente del Formiello di Piano di Sorrento e convogliarle nelle lussuose ville suburbane dove i nobili, i militari ed i cortigiani della corte imperiale trascorrevano lunghi periodi di ozio e divertimento. I cisternoni conservano intatto un retaggio di abilità ingegneristica idraulica ma anche delle tecniche di costruzione.
I cisternoni presentano una particolarità che li ha fatti funzionare fino ai nostri giorni e per cui possono ancora assolvere la loro funzione: le pareti interne sono ricoperte di un compatto strato di intonaco che ha la caratteristica di essere estremamente rigido e duro, atto a scongiurare rischi di fessurazioni o depauperamento del rivestimento. I due cisternoni attualmente visibili si presentano con queste caratteristiche: il primo formato da nove "concamerazioni", ancora utilizzato per l'alimentazione idrica di Marina Grande; l'altro di dieci "concamerazioni", in stato di completo abbandono.
Interessante è la fistula acquaria in bronzo conservata al Museo Correale di Sorrento che ha inciso un’iscrizione che risale al l’epoca del regno di Antonino Pio (II secolo) periodo in cui fu effettuato un restauro dell’opera laterizia.