Le prime notizie riguardanti l’antica cattedrale sorrentina risalgono al I sec. d.C., verso il XV secolo l’arcivescovo Falangola promosse la ricostruzione della chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, facendola divenire cattedrale. Dopo l’invasione turca del 1558 venne ricostruita ed abbellita nel 1573 realizzando il trono arcivescovile di marmi policromi nel presbiterio. Negli anni successivi venne realizzato il soffitto dipinto su tela a motivi floreali eseguito su tre tele tra il 1706 e il 1718 da Francesco Francareccio. Nell’abside il coro è una prezioso opera dell’intarsio sorrentino risalente all’Ottocento.
Di spicco esemplare tra le opere conservate nell’interno delle tre navate separate da quattordici pilastri, è di grande interesse la paletta di Silvestro Buono raffigurante “La Vergine tra San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista”, collocata sotto il pulpito marmoreo del 1573.
Nella prima cappella a destra, dov’è il fonte battesimale, alla parete vi è un rilievo di gusto classicheggiante con la raffigurazione del Sacrificio del Sangue di Cristo, risalente al 1522; ai lati dodici dodici formelle trecentesche con gli Apostoli di ambito dei fratelli Bertini. Nella settima cappella destra vi è un elegante organo settecentesco di Nicola Mancino con ricchi intagli dorati.
In fondo alla navata, nella cappella del Sacramento c’è un Crocifisso ligneo del’400 su un altare in marmi policromi con motivi naturalistici della fine del ‘600 con splendidi putti laterali di bottega di Domenico Antonio Vaccaro.Nel 1924 la facciata principale è stata rifatta e da osservare è il pronao che riutilizza due colonne romane e il portale laterale datato 1478, che reca lo stemma di Sisto V, Arcivescovo De Angelis e Re d’Aragona nell’architrave.