Una delle tradizioni antiche di Sorrento è l’arte del ricamo, alla quale molte ragazze sin da piccole si dedicavano trascorrendo l’intera giornata chine sui telai intrecciando farfalle, uccelli, fiori con le loro abili dita.
Verso il tramonto si vedeva il risultato di una lunga e faticosa giornata alle prese con ago e filo, la gugliata si accorciava, mentre la stoffa mostrava preziosi ricami sfavillanti. Spesso si continuava a lavorare pur di finire quel capolavoro e vederlo completamente sbocciato.
Si racconta che un giorno un’anziana signora sorrentina, al tramonto ancora non aveva finito di ricamare un fiore su di un bavaglino, anche se avvertiva la stanchezza, aveva il desiderio di completarlo; fissò così lo sguardo dolce verso una grande nuvola che si trasformò in un grande fiocco e venne giù lentamente, la signora raccolse i fiocco in un lembo del suo velo. L’Angelo prego con lei, fin quando la nube divenne un filo di seta componendosi sulla tela e ricamando il fiore ancora non completato. In poco tempo il bavaglino fu pronto e tutte le campane suonarono a festa, le stelle divennero leggiadri fiori d’arancio che andarono a ricoprire tutti i giardini della costiera facendo sì che la penisola sorrentina avesse i giardini d’arancio più belli.