L’uso delle torri sulla costa è molto antico. Già Plutarco nella “Vita di Pompeo” parla di torri d’osservazione fortificate, usate dai pirati contro Roma: l’allarme era dato col fuoco di notte e col fumo di giorno. Nel IX - X secolo tutte le località costiere dell’italia meridionale furono munite di numerose torri, ma uno sviluppo più consistente si ebbe nell’età sveva. Fu, infatti, l’imperatore Federico II di Svevia che pensò di rafforzare il regno contro i vassalli e gli abitanti di Sorrento potevano contribuire al restauro del castrum maris de Surrento. In epoca angioina fu realizzato un vero e proprio sistema di difesa e segnalazione e furono nominati i giustizieri dele province col compito di riparazione e guardia delle torri. Nel Trecento la situazione cambiò e il governo centrale parve disinteressarsi completamente del sistema difensivo e furono le popolazioni locali se ne servirono isolatamente come rifugio in caso di pericolo. Il Cinquecento è il secolo dei Turchi che rappresentano una minaccia costante per le coste del Mediterraneo con le loro improvvise apparizioni e conseguenti razzie. Ricordiamo il 1558, quando Pylay MustafàdepredaMassaLubrense e Sorrento. Ed è proprio in quel periodo che il governo preferisce munire la costa di numerose torri più economiche e sicure rispetto all’armamento di una flotta adibita esclusivamente al controllo della sicurezza della costa. Il Vicerè di Napoli ordinò infatti la costruzione di torri lungo tutto il litorale dell’Italia meridionale. Secondo gli studiosi al potere centrale non interessava la difesa della costa e dei suoi abitanti quanto piuttosto assicurare i rifornimenti alla capitale per evitare carestie e conseguenti insurrezioni popolari. La costruzione delle torri veniva imposta dal governo centrale ma ogni Università (Comune) doveva contribuire a proprie spese alla realizzazione dei manufatti. Molte torri sono state demolite o passate in mano ai privati, solo poche restano di proprietà dello Stato e si trovano nel territorio lubrense, come quella di Montalto nella baia diIeranto. Per la loro costruzione furono utilizzate i materiali provenienti dalle villae maritimae di età augustea e tiberiana causando così la perdita di molti reperti archeologici.