I Doradori erano artigiani di Venezia che lavoravano la foglia d’oro zecchino, ottenuta dopo varie fasi di lavorazione a partire dagl’impasti di gesso e di argilla rossa fino alla fase di brunitura con pietra d’agata. L’oro fu utilizzato per celebrare il lusso e la ricchezza di Venezia. Essa subì l’influsso di Bisanzio, infatti qui l’oro era molto diffuso e veniva utilizzato per celebrare la sacralità di una chiesa o di un tessuto.
Venezia usò l’oro nel mosaico della Basilica di San Marco
Le maestranze venete dei Doradori applicavano l’oro anche alle navi da parata, alle testiere di letti, agli armadi per i reliquari, ai soffitti.
Fu il Settecento che vide la massima fioritura di quest’arte, basti citare il teatro La Fenice con la sua ricca decorazione.
I pochi Doratori rimasti oggi lavorano in botteghe che si trovano in campo San Stefano ed accanto alla Ruga Giuffa a Santa Maria Formosa .