La posizione favorevole dal punto di vista climatico, la ricchezza di humus del terreno richiamarono gli Etruschi in Toscana. Essi furono i primi produttori del Chianti, uno dei vini più rinomati al mondo. Il territorio, che abbraccia 8 Comuni che si estendono tra Firenze e Siena, si presenta con un alternarsi di colline e vallate e con una vegetazione formata da querce, cipressi e pini. E’ un territorio con borghi antichi all’interno dei quali si ergono castelli, badie, casali. Nei musei locali si possono seguire le tracce del passato del Chianti osservando le opere esposte che sono un vero e proprio DNA d’identità culturale.
Uno dei centri più antichi del territorio del Chianti è il comune di Tavarnelle che è situato tra Firenze e Siena. Il suo nome deriva da “Tabernulae”, termine che indicava un luogo di sosta tra Florentia e Roma.
Il Comune è stato inserito in un “progetto integrato escursionismo” con ben 64 itinerari predisposti per gli appassionati di ciclismo, per chi ama fare lunghe passeggiate a cavallo o a piedi. Oltre ad ammirare le bellezze paesaggistiche, ad assaggiare il vino e gli altri prodotti agricoli, si possono visitare la Pieve romanica di San Pietro in Bossolo, la Chiesa e il Convento di Santa Lucia al Borghetto, il complesso di Badia a Passignano.
Il Chianti e gl’intellettuali
Molti artisti fiorentini hanno celebrato le virtù del Chianti. Michelangelo Buonarroti (architetto, scultore, pittore, poeta rinascimentale) ci ha lasciato testimonianza della sua predilezione per il vino nell’epistolario. Egli era anche proprietario di un terreno nel quale produceva appunto il Chianti di ottima qualità tanto che non solo era solito offrirlo agli ospiti ma un giorno ne inviò un barile come dono al Papa.
Altra testimonianza ci è stata tramandata da Niccolò Machiavelli. Egli, mentre si trovava in esilio in un suo podere all’Albergaccio in Sant’Andrea in Percussiva, scrisse una lettera all’amico Francesco Vettori e nel descrivere come trascorreva la sua giornata scrisse che trascorreva molte ore all’osteria dove “s’ingaglioffiva” a bere e a giocare prima di tornare a casa e dedicarsi allo studio (vestito con panni curiali).
Un altro personaggio insigne amante del vino fu lo scienziato Galileo Galilei vissuto tra il 1564 e il 1642. Egli per dimenticare le accuse di eresia mossegli dalla Chiesa, si dilettava nella sua villa di Grignano dei vini, anzi si preoccupava di “custodire le viti, ch’egli stesso di propria mano potava e legava negli orti”.