Il Duomo risale al IX secolo, ricostruito in forme arabo-normanno nel 1206 e rimaneggiato nel ‘700. A sinistra della facciata principale si leva il campanile (1180-1276) formato da archi intrecciati e torrette. Il portale centrale ha battenti in bronzo fusi a Costantinopoli nel 1066. L’interno mostra le forme barocche del ‘700 e alcune delle strutture più antiche; nel presbiterio vi sono due candelabri e due amboni a mosaico del XII- XIII secolo.
Nella cripta, fatta costruire all’inizio del XIII secolo dal cardinale Pietro Capuano, si conservano i resti di Sant' Andrea apostolo, protettore della città. All’interno vi domina una statua in bronzo dello stesso santo, alta 2 metri e mezzo, pesa 800 chili ed è un’opera di Michelangelo Naccherino, donata alla città da Filippo II di Spagna. Si possono ammirare anche due statue marmoree dei santi Stefano e Lorenzo, opera di Pietro Bernini.
Il Chiostro del Paradiso
Dal lato sinistro dell’atrio si accede al chiostro del Paradiso, eretto nel 1266-68 dall'arcivescovo Filippo Augustariccio come cimitero dei cittadini illustri della città e attaccato alla basilica dell’ Assunta, in tale cimitero vi erano sei cappelle affrescate tra la fine del tredicesimo e gli inizi del XIV secolo. Esso è collegato al palazzo arcivescovile e formato da un quadriportico con volte a crociera, archi acuti, colonnine binate ed archi intrecciati d’ influsso moresco (da qui il nome di Paradiso). E’ di forma quadrata e in stile arabeggiante; oggi è un piccolo giardino fiorito intorno al quale vi è un quadriportico , i cui archi fortemente acuti sono sostenuti da sottili colonne arabe.
All’interno del cimitero erano custoditi dei sarcofagi delle famiglie illustri amalfitane, oggi di questi sarcofagi ne restano cinque di significativa importanza:
- Il sarcofago romano del IV secolo d.C. che riporta il nome del decurione Publio Ottavio Rufo;
- il sarcofago romano con scanalature “ad esse”, con lo stemma della famiglia amalfitana dei Favaro e con la croce di Amalfi (si trova ora nell’ arsenale);
- il sarcofago che rappresenta ad altorilievo il “ratto di Proserpina”, un episodio della mitologia greca;
- il sarcofago che rappresenta ad altorilievo le “nozze di Peleo e Teti” sulla superficie laterale e “Romolo e Remo allattati dalla lupa” ad uno dei capi, con l’ iscrizione medioevale “Cesarius de Alaneo de Amalfia... MCCXL”;
- il sarcofago dell’ arcivescovo Pietro Capuano, morto nel 1359, che presenta le immagini scolpite della Madonna, di Cristo, dei Dodici Apostoli e dei Ss. vescovi Biagio e Basilio (ora altare maggiore della cattedrale).