Sorrento è stata decantata in canzoni che hanno fato il giro del mondo. Famosi artisti delcanto da Enrico Caruso a Roberto Murolo a Luciano Pavarotti a Katia Ricciarelli a Lucio Dalla ed a tantissimi altri maestri dall’ugola d’oro si sono esibiti in concerti internazionali con un repertorio di canzoni i cui versi, gioiosi ma a tratti venati di malinconia, hanno raccontato di Sorrento al mondo.
Ne citiamo solo alcune tra le più note con qualche aneddoto che riguarda la loro nascita:
Caruso di L. Dalla (1980) Nel doppio live “DallAmeriCaruso” (1986) è inserita la canzone ritenuta il capolavoro di Lucio Dalla, “Caruso”. Essa fu composta in estate nell'albergo Excelsior Vittoria di Sorrento, dove il tenore Enrico Caruso trascorse i suoi ultimi giorni. E’ una rivisitazione straziante del tema "Te voglio bene assaie" di Donizetti in chiave melodico-napoletana. Con i nove milioni di copie vendute in tutto il mondo in decine di versioni (una delle quali a cura del tenore Pavarotti) è una delle canzoni più conosciute in tutto il mondo.
Anema e core di S. D’Esposito e Manlio (1948). La composizione della canzone a Sorrento ad opera di Salve D’Esposito è testimoniata dalla lapide ricordo accanto al portone della casa dello scrittore in Corso Italia nella quale aveva sempre abitato con la famiglia: "Qui il Maestro Salve d'Esposito, autore di celebri melodie e di "Anema e core", nella educazione familiare, visse la gioventù musicale, prima di volare verso radiosi successi".(22.1.83).
Napule e Surriento di E. Murolo (1926)
Mandulinata a Surriento di E.A.Mario (1922)
Serenata a Surriento di Aniello Califano.(1907). Si racconta che un giorno, essendo venuto a Sorrento anche per riscuotere alcuni fitti delle proprietà di famiglia, il poeta si recò a far visita al suo amico sindaco, Guglielmo Tramontano. Incontrò nel suo hotel Giambattista de Curtis, Salvatore Gambardella ed altri esponenti della poesia e della musica napoletane dell' epoca. Il sindaco ne aprrofittò per sollecitare l’ego del maestro, infatti gli disse che il de Curtis, che non era originario di Sorrento, aveva dedicato a Sorrento i versi di una canzone divenuta in breve famosa in tutto il mondo, al contrario di lui. Aniello Califano - che pur aveva scritto altri versi a Sorrento, anche musicati - punto sul vivo, si rivolse a Gambardella, dicendogli: "Salvato', scrivi" e dettò i versi di quella che fu "Serenata a Surriento" che lo stesso musicista musicò.
Ed a tal proposito si racconta che, qualche anno dopo, essendosi recato al "Deserto" di Sorrento, in località Sant' Agata, in visita al convento dei Padri Bigi, cui donava una parte degl’incassi della sua "nuova" canzone su Sorrento, fu invitato dal Padre Priore a scrivere alcuni versi della canzone stessa, sottoscrivendoli, nel registro dei visitatori. Dopo alcuni mesi seppe che il monaco aveva fatto fotografare tale foglio del registro e, avendone realizzato delle cartoline "ricordo", le "vendeva" ai visitatori. Fu contrariato da tale "sotterfugio" e si decise ad interessare un legale per un' azione di risarcimento dei danni, ma, nella notte precedente alla sottoscrizione del mandato, sognò la madre che lo invitò a desistere perché non era conveniente "mettersi contro un' opera della Chiesa". Ed egli rinunziò ad ogni azione.
Surriento gentile, di Enzo Lucio Murolo , “sceneggiata” rappresentata nel 1919. La sceneggiata nasce come forma di spettacolo economico, costruita su un testo teatrale scritto all’interno del quale convivono canzone, recitazione e ballo. Questa tipologia di spettacolo nasce in un periodo critico per l’Italia, siamo nel periodo successivo alla disfatta di Caporetto e lo Stato impone tasse elevate agli spettacoli di varietà per combattere il degrado e l’improvvisazione.
Torna a Surriento di Giambattista ed Ernesto De Curtis, 1902. Una delle canzoni più famose nel mondo è nata per caso nel lontano 15 settembre 1902. Si racconta che l’allora Capo del governo, Giuseppe Zanardelli si sia fermato a Sorrento per riposarsi prima di affrontare il viaggio alla volta della Basilicata. Il proprietario dell’albergo dove alloggiava Zanardelli, il sig, Guglielmo Tramontano, in qualità di sindaco chiese al ministro un ufficio postale di prima classe. Il ministro promise e pare che per far sì che egli non dimenticasse la promessa, i fratelli De Curtis composero la famosa Torna a Surriento che, quindi, nacque come canto d’occasione con esplicit riferimenti all’uffico postale. Due anni dopo i due musicisti, su richiesta dell’editore Bideri, modificarono i versi della canzone e la cantarono a Piedigrotta quando Zanardelli era già morto e Sorrento aveva vista esaudita la sua richiesta.